Perché parlare di cefalea nella Covid-19? Per tre motivi: perché è il sintomo neurologico più frequente e spesso quello di esordio della malattia; perché la sua presenza nei pazienti contagiati, se adeguatamente rilevata, potrebbe aprire il campo a riflessioni fisiopatologiche, cliniche e terapeutiche di notevole interesse nell’infezione da SARS-COV-2; perché la comprovata efficacia degli anticorpi monoclonali anti-CGRP e dei gepanti nella cefalea non-covid potrebbe venire utile anche in quella da SARS-COV-2 e il loro uso, aiutare a prevenire, se non a curare, alcune delle gravi complicanze di questa terribile pandemia. Si cercherà, anche, di ricostruire i contorni clinici e fisiopatologici di quel disturbo cefalalgico, peraltro ancora poco definito, che va sotto il nome di “brain fog”, talora per lungo tempo succedaneo all’infezione virale nella cosiddetta “long-covid syndrome”. In ultimo, si proverà a dar conto della cefalea frequentemente associata alla somministrazione vaccinale anti-covid, cercando di definirne significato e possibili trattamenti.
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