Covid-19, come cambia la formazione residenziale e cosa succede ai crediti ECM

«I congressi nazionali delle società scientifiche sono momenti di enorme interesse scientifico, celebrativi, di comunità, di scambio di esperienze. Il nostro Paese che esce dallemergenza Covid ne avrebbe bisogno quest’anno più che mai. La gravità della situazione che si è venuta a creare per ora rende impossibile fare previsioni. Ma senza eventi frontali, viene a mancare una possibilità di aggiornamento, solo in parte sostituibile dalla formazione a distanza». La riflessione  del Presidente FISM, Franco Vimercati a QS-QuotidianoSanità

«I congressi nazionali delle società scientifiche sono momenti di enorme interesse scientifico, celebrativi, di comunità, di scambio di esperienze. Il nostro Paese che esce dallemergenza Covid ne avrebbe bisogno quest’anno più che mai. La gravità della situazione che si è venuta a creare per ora rende impossibile fare previsioni. Ma senza eventi frontali, viene a mancare una possibilità di aggiornamento, solo in parte sostituibile dalla formazione a distanza».


La riflessione è di Franco Vimercati presidente della Federazione delle Società Medico Scientifiche Italiane (FISM) dopo che a primavera sono stati an”ati tutti gli eventi formativi frontali in programma. E su quelli autunnali pende la spada di Damocle di un secondo lock-down ove i contagi tornassero ad impennarsi. Alcune associazioni hanno spostato i congressi in autunno, altre pensano direttamente al 2021. Società scientifiche, aziende, sponsor ogni anno organizzano 45-50 mila eventi scientifici – nel 2019 erano stati 36 mila quelli accreditati dall’Agenas – e il mercato rischia di uscirne menomato, con conseguenze per tutto il mondo della formazione a partire dai 1200 provider accreditati. Tra essi ci sono ospedali ed aziende Asl che quest’anno dovrebbero più che mai provvedere alla formazione, tra la poca fatta in passato e la tanta an”ata quest’anno per far fronte all’emergenza virus. Quest’ultima dunque ha ripercussioni anche sui crediti Ecm di molti medici.

«Tra l’altro – riflette Vimercati – per affrontare l’acuzie gli ospedali hanno dovuto lasciare indietro molta cronicità. E’ possibile arrivi un’ulteriore ondata di lavoro negli ambulatori e nelle corsie». Ergo, è difficile che la formazione aziendale viva un boom nel 2020, non restano che eventi Fad e congressi. Su questi ultimi, conferma Vimercati, «al momento non ci sono spazi per fare previsioni, dobbiamo vedere come va la Fase 2, però i momenti di incontro organizzati dalle società scientifiche, già di estrema importanza dal punto di vista culturale, diventano cruciali. Alcune informazioni vi si trasmettono in modo più efficace rispetto ai corsi online. Faccio un esempio: le “skills” che un nosocomio lombardo ha accumulato nella gestione del Covid al resto degli addetti ai lavori non si comunicano tutte in una relazione. Ci vogliono momenti di confronto, chiacchierate, scambi di riflessioni che rendono la formazione residenziale qualcosa di cui un clinico non può comunque fare a meno».

Il settore che organizza i congressi non è rimasto inerte in questa difficile congiuntura. Federcongressi&eventi ha inviato linee guida al Governo, su cui andranno stesi i protocolli di sicurezza per organizzatori, visitatori, espositori, relatori. Nei congressi più grandi vi si raccomanda un “event manager” del rischio biologico. Si prevede il distanziamento sociale – 1 metro tra spettatori, relatori, etc- l’uso di mascherine per tutti, dispenser per disinfettare le mani all’ingresso e in uscita, controllo della temperatura corporea in entrata, isolamento dei sospetti con febbre >37,5° e loro consegna “sicura” al setting sanitario competente, pulizia e sanificazione di sedi e superfici con smaltimento dei Dpi in sacchi ermetici, registrazione degli iscritti online, pagamenti via carta di credito, catering con vassoi preconfezionati chiusi, comunicazione a tappeto delle regole anti-contagio. Il dialogo con Agenas è massimo. L’imperativo, salvare la stagione, è un po’ lo stesso del campionato di calcio, ma in ballo c’è l’aggiornamento del personale della sanità.

«Di queste linee guida è lodevole lo sforzo di concentrarsi sui grandi eventi con importante attività associativa, di prevedere come riempire le sale, le attività logistiche, l’organizzazione alberghiera e la ristorazione circostanti, tuttavia siamo tutti in sospeso, e bene che vada – ricorda Vimercati – la ripresa sarà graduale. È un’occasione, questa, paradossalmente, per ripensare la formazione a distanza. FISM ad esempio con l’Istituto Superiore di Sanità più che sulle linee guida si sofferma su suggerimenti “post-Covid”, con corsi Fad accreditati ECM sulla corretta gestione di apparecchiature e procedure per la dialisi, sulle situazioni pratiche gestibili in psico-oncologia con le conoscenze maturate, e su contributi di cardiologi, radiologi, fisiatri, dentisti tutti centrati sull’esperienza di chi ha combattuto il virus sul campo. Ma, ripeto, per ciò di cui hanno bisogno oggi i medici italiani, la formazione residenziale è insostituibile».

Mauro Miserendino – QS- QuotidianoSanità

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