BARI, 14 MAR – Due marcatori promettono di rivoluzionare la diagnosi precoce della malattia renale: è quanto emerge da uno studio per la prevenzione condotto sui dipendenti del Policlinico di Bari, dove è stato possibile individuare un danno renale nel 3,8% degli oltre 7mila lavoratori. I risultati presentati oggi per la Giornata mondiale del rene. Lo rendono noto la Federazione delle società medico-scientifiche Italiane (Fism), la Società italiana di nefrologia (Sin) e la Società italiana di medicina del lavoro (Siml). A spingere il Policlinico di Bari a effettuare questo studio, l’aumento costante della prevalenza della malattia renale cronica che colpisce il 10% della popolazione generale nel mondo, il 7% in Italia. Da qui, l’idea di inserire nella visita medica annuale il dosaggio dell’Acr e Gfr, i due marcatori, per ciascun dipendente. “L’utilizzo nelle visite di screening di Acr e Gfr – spiega il professore Luigi Vimercati, direttore dell’Uoc di Medicina del lavoro Universitaria del Policlinico di Bari – ha evidenziato che l’applicazione di due semplici marcatori di danno renale, dal bassissimo costo, ha permesso di identificare in 7.124 lavoratori screenati la Mrc nel 3,8% (fascia di età 20-39 anni: 3,36%; fascia di età 40-59 anni: 3,82; fascia d’età 60-over: 5,97%), sottolineando l’importanza di un approccio multidisciplinare nella gestione dei pazienti a rischio di malattia renale cronica”. La collaborazione tra esperti di diverse discipline (nefrologia, cardiologia, diabetologia, medicina del lavoro), conclude Vimercati, “può portare a nuove strategie per la tutela della salute dei lavoratori e la prevenzione delle malattie renali”. (ANSA)